Storia di un Matrimonio: Un film sul divorzio e di una famiglia che resta unita.

Un ritratto dolce della crudeltà di un divorzio

Guardare “Marriage Story” è un po’ come voltarsi indietro. Ci si ritrova a fare i conti con i fallimenti e le separazioni affrontate, a risentire quel sapore amaro delle accuse e dei sensi di colpa mai dimenticati.

Tutto ciò accade perché dentro questo film si nasconde tanta realtà: è una vicenda essenziale e devastante come tante vissute in prima persona o a cui abbiamo assistito da vicino. Ed è per questo che, anche se di matrimoni o relazioni d’amore finite male il grande schermo è pieno, per tutta la durata del film sentiamo di appartenere anche noi a questa storia, quella di due persone alle prese con le varie fasi della rottura e del conseguente divorzio. Come in ogni separazione o lutto, assistiamo al lento e doloroso passaggio del dolore, della rabbia e della difficile accettazione attraverso la messa in scena del meglio e del peggio dei due protagonisti e dell’evoluzione del loro sentimento.

Non è importante capire chi tra Nicole, attrice di Los Angeles alla ricerca della propria strada, e Charlie, newyorkese regista teatrale di successo, abbia ragione o sia meno crudele. Quello che conta è che, grazie alle loro straordinarie interpretazioni, Scarlett Johansson e Adam Driver riescono ad emozionare con un prodotto d’indubbio spessore, un ritratto mai esagerato e artificioso, rischio sempre molto elevato nelle sceneggiature a sfondo amoroso, figlio di un’appassionata interpretazione, profonda e delicata come le loro voci.

Il regista candidato all’Oscar Noah Baumbach segue una narrazione molto compassionevole, non infierisce troppo, si avvicina con rispettosa dolcezza per poi prendere le distanze, proprio come i due protagonisti della storia, apparentemente mossi dalle migliori intenzioni e infine pedine nelle mani di feroci avvocati.

Un film con questo carico emozionale si aggrappa voracemente alla bravura dei due attori che contribuiscono a conferire ai loro personaggi una caratterizzazione molto tratteggiata e ricca di pathos, una prova su tutte è la toccante scena cantata di Adam Driver.

Tutti i piccoli dettagli della quotidianità di una coppia e delle conseguenze del suo sfacelo, accompagnate da un’indiscussa volontà di unità familiare, ardua da mantenere all’interno di un contesto di rivincita dei propri sé, trovano spazio in una sceneggiatura precisa e attenta a tutte le complesse sfumature emozionali e per questo punto di forza dell’intero film.

La storia del matrimonio di Nicole e Charlie ci porta ad accettare come un sentimento d’amore, per quanto profondo e denso di tappe condivise, possa con il tempo mutare e prendere nuove forme non sempre capaci di continuare a sostenere un rapporto di coppia. L’amore si trasforma lasciando ai due la consapevolezza di dover tornare a lottare per una nuova affermazione nel mondo, questa volta come entità singole, processo doloroso ma necessario alla loro stabilità interiore.

“Marriage Story” è un film da vedere per emozionarsi in maniera sincera, tra sorrisi e lacrime, come in ogni tragicommedia o matrimonio che si rispetti.

Dottoressa Miriam Reale

Giornalista e studiosa di cinematografia

per contatti: miriamreale.mr@gmail.com

Nei primi 7 minuti di Storia di un matrimonio, Noah Baumbach lascia che i due protagonisti del film, Nicole (Scarlett Johansson) e Charlie (Adam Driver), parlino uno dell’altro con sincerità e affetto, sottolineandone pregi e difetti. Un dolcissimo momento di un matrimonio che sta per finire.


QUAL’E’ LA “LETTERA” DELLA VOSTRA RELAZIONE ?

Lo studioso Gugliemo Gulotta, nel libro “Commedie e drammi nel matrimonio” edito da Feltrinelli, propone una classificazione del matrimonio, o delle relazioni in generale, siglando con le lettere dell’alfabeto A, H, O, S, V, X, Y, I

  • La relazione “A” è quella che inizia con una certa distanza tra i partner (ad esempio una relazione d’interesse) ma pian piano si sono avvicinati grazie ad un vincolo comune (il trattino della A) come un figlio o un progetto o interesse forte in comune.
  • Nella relazione “H” la situazione iniziale è come quella della relazione A ma nonostante il subentrare di un tratto in comune, la distanza tra loro permane.
  • La relazione “O” caratterizza una relazione dove i partner si rincorrono senza mai incontrarsi, girando a vuoto.
    Nella relazione “S” i partner cercano di adattarsi l’un l’altro ma non riescono ad avere una situazione migliori di quella di partenza.
  • La relazione “V” caratterizza una relazione che parte con una fusione iniziale ma poi aumenta la distanza.
  • Nella relazione “Y” la situazione è la stessa della relazione “V” ma la fusione iniziale dura di più.
  • Nella relazione “X” il primo periodo corrisponde a quello del matrimonio “A”, ma dopo un periodo di riunione i partner si allontanano di nuovo.
  • Nella relazione “I” si procede bene dall’inizio alla fine.

Provate ad individuare qual’è la lettera della vostra relazione e discutetene col partner.

V’invito a riflettere sul nota citazione di Gibran “Il Matrimonio” che potrebbe rappresentare la modalità di vivere la relazione che raffigura la “I” della teoria suddescritta

Voi siete nati insieme, e insieme starete per sempre.
Voi sarete insieme quando le bianche ali della morte disperderanno i vostri giorni.
Sì, insieme anche nella tacita memoria di Dio.
Ma vi siano spazi nella vostra unione,
e fate che i celesti venti danzino tra voi.

Amatevi reciprocamente, ma non fate dell’amore un laccio:
Lasciate piuttosto che vi sia un mare in moto tra le sponde delle vostre anime.
Riempa ognuno la coppa dell’altro, ma non bevete da una coppa sola.
Scambiatevi il pane, ma non mangiate dalla stessa pagnotta.
Cantate e danzate e siate gioiosi insieme, ma che ognuno di voi resti solo,
così come le corde di un liuto son sole benchè vibrino della stessa musica.

Datevi il cuore, ma l’uno non sia in custodia dell’altro.
Poichè solo la mano della Vita può contenere entrambi i cuori.
E restate uniti, benchè non troppo vicini insieme,
poichè le colonne del tempio restano tra loro distanti,
e la quercia e il cipresso non crescono l’una all’ombra dell’altro.

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

per contatti e consulenze private tel.320-8573502 email:cavaliere@iltuopsicologo.it