La parola Desiderio significa “Mancanza di Stelle”

Se guardi il cielo e fissi una stella, se senti dei brividi sotto la pelle, non coprirti, non cercare calore, non è freddo ma è solo amore.
(Khalil Gibran)

L’origine della parola desiderio è una delle più belle e affascinanti che si possa trovare. Questo termine deriva dal latino e risulta composto dalla preposizione de- che in latino ha sempre un’accezione negativa e dal termine sidus che significa, letteralmente, stella. Desiderare significa “mancanza di stelle”, nel senso di “avvertire la mancanza delle stelle”, di quei buoni presagi, dei buoni auspici e quindi per estensione questo verbo ha assunto anche l’accezione corrente, intesa come percezione di una mancanza e, di conseguenza, come sentimento di ricerca appassionata. Ricerca dell’altro, di una passione, di…

Aggiungete voi la vostra personale stella che manca

Non è che la vita vada come tu te la immagini. Fa la sua strada. E tu la tua. Io non è che volevo essere felice, questo no. Volevo… salvarmi, ecco: salvarmi. Ma ho capito tardi da che parte bisognava andare: dalla parte dei desideri. Uno si aspetta che siano altre cose a salvare la gente: il dovere, l’onestà, essere buoni, essere giusti. No. Sono i desideri che salvano. Sono l’unica cosa vera. Tu stai con loro, e ti salverai. Però troppo tardi l’ho capito. Se le dai tempo, alla vita, lei si rigira in un modo strano, inesorabile: e tu ti accorgi che a quel punto non puoi desiderare qualcosa senza farti del male. E’ lì che salta tutto, non c’è verso di scappare, più ti agiti più si ingarbuglia la rete, più ti ribelli più ti ferisci. Non se ne esce. Quando era troppo tardi, io ho iniziato a desiderare. Con tutta la forza che avevo. Mi sono fatta tanto di quel male che tu non puoi nemmeno immaginare. Alessandro Baricco

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

per contatti e consulenze private (anche telefoniche e/o via Skype)tel.320-8573502 o email:cavaliere@iltuopsicologo.it

Gli aspetti positivi degli Amori non corrisposti

Di seguito riporto un brano dello scrittore Matteo Bussola che ridà “dignità” ed importanza agli amori non corrisposti che nella società attuale non vengono riconosciuti nei loro aspetti di “doni”. Invito a leggere attentamente il brano ed a riflettervi, al di la se si è d’accordo o meno.

“Ci hanno insegnato che gli amori non corrisposti non servono a niente.
E’ la cultura dell’efficienza che ci domina: se uno sforzo non produce un risultato immediato allora lascia perdere, ti fai solo del male, guardati attorno che il mare è pieno di pesci. Tutto il repertorio.
Ma se è chiaro che bisogna evitare l’accanimento patologico e che si deve stare in guardia dagli amori tossici, non bisognerebbe nemmeno dimenticare che l’innesco di ogni amore, la sua energia propulsiva, ciò che letteralmente “ci sposta da noi stessi” è amare, non essere riamati. Bisognerebbe rammentare che l’amore è un dono, e che se lo spendessimo solo quando certi di ricevere un tornaconto immediato allora sarebbe una compravendita. Bisognerebbe ricordare, anche, che non sempre ci appassioniamo alle cose che ci riescono meglio. Conosco persone che amano il canto ma sono stonate come campane, eppure questo non impedisce loro di cantare. Ne conosco altre che non vinceranno mai coppe né medaglie eppure vanno a correre tutti i giorni. Ci sono individui che non diventeranno mai Hemingway né Picasso, eppure scrivono o dipingono ogni volta che possono. Non lasciano perdere. La passione più antica che io ricordi, per esempio, è il disegno, lo amo da sempre e con tutto me stesso. Ma il disegno non è mai stato un amante riconoscente, non mi ha mai ricambiato con la stessa intensità. Ho imparato a disegnare solo disegnando tanto, perché non sono mai stato uno di quei bambini davvero “portati”, non ho mai avuto “la scintilla”, quella che conoscevo bene perché la vedevo brillare, nella mia sola classe, in Daniele, Massimiliano e Alberto. Che poi loro non se ne siano fatti niente e abbiano scelto altre aspirazioni, mentre il sottoscritto è riuscito a diventare un disegnatore professionista, dice che nessuno di noi ha scelto l’amore più facile. Perché se l’innamoramento è una cosa che accade, e non ci si può fare nulla, l’amore invece lavora sempre, sempre sulla trasformazione e sulla possibilità. Anche quando quella possibilità è minima. Perfino quando quella trasformazione appare senza speranza.
L’amore nasce dal desiderio, e i desideri fanno così: ci mettono alla prova per vedere quanto ci teniamo davvero.
Desiderio deriva dal latino “de sidera” che significa “mancanza di (delle) stelle”. Ogni desiderio esprime dunque una nostalgia, o un’aspirazione.
Il simmetrico di desiderare è considerare. Considerare deriva da “cum sidera”, che significa “guardare le stelle”, “prestare attenzione”. Ogni considerazione esprime dunque una volontà, o un atto, una forte determinazione.
Desiderare indica la direzione che ci manca, considerare ci aiuta a non smarrire la strada.
Amare senza ritegno è un salto che ci restituisce ogni volta un posto fra gli astri, comunque vada.”

Dott. Roberto Cavaliere

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