Il dramma umano e sentimentale di Faust e Margherita

La storia di Faust e Margherita, immortalata nel “Faust” di Goethe, è una narrazione intricata e carica di profondi risvolti psicologici. Questo dramma affronta temi come l’ambizione, la ricerca del sapere, la colpa, l’amore e la dannazione. Analizziamo i principali aspetti psicologici dei due protagonisti.

✅Storia
Faust, un dottore e studioso insoddisfatto della sua vita e della conoscenza accumulata, desidera trovare un senso più profondo nella vita. Disperato, fa un patto con Mefistofele, il diavolo: in cambio della sua anima, Faust potrà vivere esperienze intense e appaganti.

Durante il periodo in cui è sotto l’influenza di Mefistofele, Faust incontra Margherita (Gretchen), una giovane donna innocente e devota. Faust si innamora di lei e, con l’aiuto di Mefistofele, la seduce. Margherita, completamente innamorata di Faust, cade vittima delle sue promesse e della sua seduzione, finendo per perdere la sua purezza.

Le conseguenze della loro relazione sono tragiche: Margherita rimane incinta, e la sua vita crolla. Viene emarginata dalla società e abbandonata da Faust, che la lascia sola a affrontare la vergogna e la disperazione. Nella sua disperazione, Margherita uccide il bambino nato dalla loro relazione e finisce in prigione, condannata a morte per infanticidio.

Nel finale dell’opera, Faust cerca di salvarla, ma Margherita, pentita e in preda alla follia, rifiuta l’aiuto e si affida alla misericordia divina. Mentre Faust viene trascinato via da Mefistofele, Margherita muore ma la sua anima viene redenta, trovando la salvezza spirituale.

✅ Faust
Faust è un personaggio emblematico della figura dell’intellettuale moderno, tormentato dall’insoddisfazione e dalla sete di conoscenza. Nonostante abbia accumulato un’enorme quantità di sapere, si sente vuoto e disilluso, desideroso di sperimentare il piacere e l’ebbrezza della vita vera. In questo contesto si colloca il suo patto con Mefistofele, il diavolo, che gli promette di soddisfare tutti i suoi desideri in cambio della sua anima.

➡️ Risvolti psicologici di Faust:

  1. Insoddisfazione esistenziale: Faust incarna l’ansia dell’uomo moderno, perennemente insoddisfatto nonostante il raggiungimento di obiettivi intellettuali e materiali. La sua insoddisfazione lo porta a mettere in discussione il valore della conoscenza stessa.
  2. Dualità tra etica e desiderio: Il patto con Mefistofele rappresenta un conflitto interiore tra l’etica e il desiderio di auto-realizzazione e piacere. Faust sa che ciò che sta facendo è moralmente sbagliato, ma è disposto a sacrificare la sua anima per provare qualcosa di più grande della sua esistenza limitata.
  3. Il desiderio di trascendenza: Faust cerca una sorta di trascendenza, non solo attraverso il sapere, ma anche attraverso le esperienze sensoriali e l’amore, il che lo porta inevitabilmente a cercare di vivere una vita più “autentica”.

✅ Margherita (Gretchen)
Margherita, o Gretchen, è una giovane donna innocente che viene sedotta da Faust e poi abbandonata. La sua storia rappresenta una discesa nella tragedia e nella follia, causata dall’amore cieco e dall’illusione romantica.

➡️ Risvolti psicologici di Margherita:

  1. Innocenza e corruzione: Margherita inizia come un simbolo di purezza e innocenza, ma viene corrotta dall’incontro con Faust. Questo processo di corruzione rappresenta la distruzione di un’anima innocente da parte delle forze oscure del desiderio e dell’inganno.
  2. Senso di colpa e disperazione: Dopo essere stata abbandonata da Faust, Margherita è consumata dal senso di colpa, che la porta alla pazzia. La sua psiche è devastata dalla combinazione di amore, perdita e colpa, culminando in un tragico destino.
  3. Religiosità e redenzione: Anche se Margherita commette peccati (come l’infanticidio), il suo personaggio rimane profondamente religioso e la sua sofferenza è vista come un percorso verso la redenzione. Alla fine, è redenta nonostante tutto, rappresentando una vittoria spirituale sul male.

✅ Temi psicologici complessivi
L’intera narrazione di Faust e Margherita è attraversata da un’analisi psicologica profonda della natura umana, dei suoi desideri e delle sue contraddizioni. Faust rappresenta l’eterna tensione tra ragione e passione, tra etica e desiderio, mentre Margherita rappresenta le conseguenze tragiche della seduzione e dell’abbandono. L’opera di Goethe, dunque, esplora non solo i temi della colpa e della redenzione, ma anche le complessità psicologiche legate alla ricerca di senso e all’impatto delle scelte umane sulle vite degli altri.

➡️In sintesi, Faust e Margherita rappresentano due archetipi della letteratura occidentale: l’uomo in cerca di significato, disposto a rischiare tutto per una vita piena, e la donna innocente travolta dal potere distruttivo dell’amore e dell’illusione.

Dottor Roberto Cavaliere Psicoterapeuta. Studio professionale in Milano, Roma e Salerno. Possibilità di effettuare sedute tramite videochiamata.

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I principali Miti Greci con risvolto psicologico

Molti miti greci contengono elementi che possono essere interpretati psicologicamente. Ecco alcuni esempi significativi:

  1. Edipo: Il mito di Edipo, raccontato da Sofocle, è fondamentale nella psicologia, specialmente nella teoria di Sigmund Freud che ha formulato il complesso di Edipo. Il mito esplora temi di identità, destino e conflitto con le figure genitoriali.
  2. Narciso: La storia di Narciso, che si innamora della propria immagine riflessa nell’acqua e muore a causa della sua ossessione, è spesso usata per discutere del narcisismo e dell’amore patologico verso se stessi.
  3. Orfeo ed Euridice: Il mito di Orfeo, che cerca di riportare in vita la sua amata Euridice dall’oltretomba, affronta temi di perdita, lutto e il potere dell’amore e dell’arte. La sua incapacità di rispettare la condizione posta da Ade (non voltarsi a guardare Euridice) può essere vista come una metafora della difficoltà di lasciar andare il passato.
  4. Perseo e Medusa: La storia di Perseo che sconfigge Medusa può essere interpretata come un simbolo del superamento delle paure e dei traumi. Medusa, con il suo aspetto terrificante, rappresenta il terrore che può paralizzare, mentre Perseo rappresenta l’eroe che, con l’aiuto degli dei, riesce a confrontarsi e superare queste paure.
  5. Icaro e Dedalo: Il mito di Icaro e Dedalo esplora temi di ambizione, hybris (tracotanza) e le conseguenze della disobbedienza. Icaro, nonostante gli avvertimenti del padre Dedalo, vola troppo vicino al sole, facendo sciogliere la cera delle sue ali e precipitando nel mare. Questo mito è spesso interpretato come un avvertimento contro l’eccessiva ambizione e l’importanza di seguire la saggezza e la moderazione.
  6. Eracle: Le dodici fatiche di Eracle possono essere viste come un viaggio di purificazione e crescita personale. Ogni fatica rappresenta una sfida da superare, simbolizzando il superamento di aspetti negativi della psiche e la ricerca della redenzione.
  7. Psiche e Amore: Come menzionato prima, il mito di Psiche e Amore è ricco di significati psicologici legati alla crescita personale, l’amore, la fiducia e l’integrazione dell’inconscio.
  8. Pandora: Il mito di Pandora, che apre il vaso (spesso erroneamente tradotto come “scatola”) liberando tutti i mali nel mondo ma lasciando dentro la speranza, riflette sulle conseguenze della curiosità e dell’azione impulsiva. Può anche essere visto come un’allegoria della condizione umana, in cui nonostante le difficoltà e le sofferenze, la speranza rimane.

Questi miti non solo raccontano storie affascinanti, ma attraverso le loro narrazioni, riflettono e illuminano le complessità della mente umana e delle esperienze psicologiche.

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I significati psicologici del mito di Amore & Psiche

Il mito di Amore e Psiche, presente nelle “Metamorfosi” di Apuleio, è ricco di significati psicologici che riflettono diverse tematiche umane. Ecco alcune interpretazioni principali:

  1. Crescita e maturazione psicologica: La storia di Psiche rappresenta il viaggio di crescita e maturazione dell’anima umana. Psiche deve affrontare varie prove per riunirsi con Amore (Eros), simboleggiando le sfide e i sacrifici necessari per raggiungere una completa realizzazione personale e spirituale.
  2. Amore e fiducia: Il mito esplora la complessità dell’amore, inclusi gli elementi di fiducia e tradimento. Psiche viene messa alla prova per la sua curiosità e mancanza di fiducia, ma alla fine il vero amore trionfa, insegnando che la fiducia reciproca è essenziale in una relazione.
  3. Integrazione dell’inconscio: Alcuni psicologi vedono in questa storia un processo di integrazione delle parti inconsce della mente. Psiche, che significa “anima” in greco, deve conoscere e accettare aspetti oscuri e nascosti (rappresentati da Amore che si nasconde nell’oscurità) per raggiungere la completezza.
  4. Rinascita e trasformazione: Le prove di Psiche possono essere viste come simboli di morte e rinascita. Ogni sfida rappresenta un passaggio verso una nuova fase della sua vita, culminando nella sua apoteosi come divinità, simbolizzando la trasformazione e l’elevazione dell’anima.
  5. Conflitto tra anima e desiderio: Il mito rappresenta anche il conflitto tra il desiderio fisico (Eros) e l’anima (Psiche). Il viaggio di Psiche può essere visto come un’armonizzazione di questi due aspetti, suggerendo che l’equilibrio tra desiderio e spiritualità è fondamentale per l’armonia interiore.

Questi significati psicologici del mito di Amore e Psiche riflettono le profonde verità umane riguardanti l’amore, la crescita personale e spirituale, e l’integrazione degli aspetti diversi della psiche.

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NON SI MUORE PER AMORE

La canzone di Lucio Battisti “Io vivrò (senza te)” ben descrive la condizione di chi vive la fine di un amore. Una condizione di gesti quotidiani che continuano ad esserci anche senza più la presenza della persona amata . Una quotidianeità vissuta nella sofferenza ma che comunque non porta alla morte. Allo stesso modo la pensava lo scrittore Herman Hesse quando affermava: ” Ecco, vedi, io mi sono innamorato due volte nella vita, ma sul serio, e tutt’e due le volte ero sicuro che sarebbe stato per sempre e fino alla morte, e tutt’e due le volte è finita e non sono morto. “

Che non si muore per amore
È una gran bella verità
Perciò dolcissimo mio amore
Ecco quello, quello che da domani
Mi accadràIo vivrò
Senza te
Anche se ancora non so
Come io vivrò
Senza te
Io senza te
Solo continuerò
E dormirò
Mi sveglierò
Camminerò
Lavorerò
Qualche cosa farò
Qualche cosa farò
Sì qualche cosa farò
Qualche cosa di sicuro io faròPiangerò
Sì, io piangeròE se ritorni nella mente
Basta pensare che non ci sei
Che sto soffrendo inutilmente
Perché so
Io lo so
Io so che non tornerai

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

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Cosa significa Amare e Rifiutare nelle Relazioni

I discepoli discussero a lungo sulla definizione della parola “amare”. Alla fine chiesero al Maestro:
– Cosa significa amare?
Il Maestro sorrise, poi disse:
– Amare significa accettare.
– E non amare?
– Non amare significa rifiutare.
I discepoli si accontentarono della risposta e andarono a fare le meditazioni quotidiane. Ma uno di loro rimase insoddisfatto della risposta e tornò a chiedere al Maestro:
– Ma io perché non accetto? Perché rifiuto?
– La domanda corretta è: che cos’è che rifiuti, figlio mio?
– Allora… che cosa rifiuto? – ripeté il discepolo inquieto.
Il Maestro spiegò:
– Rifiuti le persone che hanno caratteristiche che hai anche tu, dentro di te, ma non le accetti. Quello che rifiuti in te, lo rifiuti anche nelle altre persone.
Il discepolo domandò perplesso:
– Allora, se accettassi completamente me stesso, accetterei tutti?
– Esatto.
Poi il Maestro aggiunse:
– Se amassi completamente te stesso, riusciresti ad amare tutti.

Tratto da “Guida Zen alla Felicità” di Ri-En-Tsi

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Nelle Relazioni sii Pietra dura

FIGLIA MIA, SII PIETRA DURA
per chi vuole scalfire il tuo mondo
e modellarti come meglio crede.

Sii roccia impervia
per gli amori malati,
che vogliono domarti
e pretendono di tenerti a bada
e vorrebbero isolarti dal mondo intero,
per averti tutta per loro.

Non mendicare amore,
per paura della solitudine.
Fai della mancanza un’occasione per diventare tormenta.
Scagliati come un’onda d’urto
che si oppone agli abbandoni,
alla sofferenza, al dolore.
Sii più forte di loro.
Falli tremare.

Impara a costruire muri,
vette invalicabili,
per chi ti manca di rispetto
per chi osa con la violenza , quella dei gesti
o delle parole.

Fatti caverna inaccessibile
in cui nascondere il tuo cuore di perla
dalle false persone.
Da chi ti mette da parte,
quando pensa che ci sia di meglio.
Da chi fa finta di non vederti,
perchè non servi più.
Da chi non trova il tempo,
quando tutto ciò di cui hai bisogno è presenza.

Sii superficie marmorea, lucente,
per farti scivolare addosso gli insulti, le umiliazioni.
Di chi vuole impedirti di crescere, di essere migliore.

Non accettare mai compromessi.
Pretendi attenzione,
con gli amici, con un compagno,
fatti scaltra come le facce delle montagne rivolte al sole.

Non lasciare che ti sgretolino le critiche.
Fatti tu sabbia,
scivola tra le loro mani,
perché sappiano che un animo pulito
non si può chiudere in un pugno di parole.

Ma quando incontrerai chi di te ha rispetto,
fatti incavo in cui accogliere le carezze,
rigagnolo in cui far scorrere l’incanto.

Fa che le tue crepe
siano impenetrabili all’odio e al rimpianto,
che li attraversi solo l’acqua che lava, che porta via.

Figlia mia, fatti cristallo,
quando incontri l’amicizia e l’amore, quelli veri,
e come un caleidoscopio
che riflette infinite combinazioni di colore,
moltiplica in mille facce la gioia e la passione.

E quando avrai bisogno di coltivare sogni,
perché il presente non ti basta e vuoi volare,
fatti polvere di stelle.

Per me, continuerai ad essere così,
gemma preziosa,
ed io, ad ogni risveglio,
i tuoi sogni li vorrò abbracciare.

Felicia Lione – dal libro “Figlia mia, sii pietra dura”

Questa bellissima e significativa poesia di Felicia Leone può essere usata come autoterapia personale nelle relazioni affettive e sentimentali.

Infatti non va letta solo come poesia che una madre indirizza ad una figlia, ma assume anche una lettura autopersonale indirizzata alla bambina interiore che è dentro ogni persona.

E’ l’adulto di oggi che parla al bambino di ieri al fine di “curare e riparare” copioni affettivi passati disfunzionali nelle relazioni adulte.

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Differenza tra Attaccamento ed Amore

In questo passaggio del libro “Dimmi come ami e ti dirò chi sei ” viene esplicitato in maniera significativa la differenza tra un attaccamento malsano nelle relazioni e la presenza di un autentico sentimento d’amore.

“… Già nelle prime fasi della relazione, dunque, cominciate a ricevere segnali contrastanti: lui (o lei) chiama, ma quando ne ha voglia; mostra interesse per voi, ma vi fa capire che si sta ancora guardando intorno. Insomma, vi tiene sulle spine. Ogni volta che vi arrivano questi messaggi contraddittori, il vostro sistema di attaccamento si mette in moto e cominciate ad essere in ansia per la relazione.
Poi, però, arriva un complimento o un gesto romantico che vi fa battere il cuore a mille e allora vi dite che, dopo tutto, è ancora interessato/a a voi: siete al settimo cielo. Purtroppo questa sensazione di beatitudine non è destinata a durare. In breve tempo i messaggi positivi ritornano a mescolarsi a quelli ambigui e di nuovo vi ritrovate in balia di un turbine di emozioni. A questo punto vivete col fiato sospeso, anticipando col pensiero quel piccolo gesto, quella parola che vi rassicurerà.
Dopo aver vissuto per un po’ questa situazione, cominciate a fare una cosa molto interessante: cominciate a scambiare l’ansia, le preoccupazioni, l’ossessione e quei brevissimi momenti di gioia per amore. Ciò che state facendo in realtà è confondere la passione con un sistema di attaccamento in azione. Se la cosa va avanti da un po’, è come se vi programmaste per venire attratti proprio da quegli individui che hanno le minori probabilità di rendervi felici. Avere un sistema di attaccamento perennemente attivo è il contrario di ciò che la natura aveva in mente per noi in termini di amore gratificante. Come si è visto una delle scoperte più importanti di Bowlby e Ainsworth è che per crescere e prosperare come esseri umani abbiamo bisogno di una base sicura da cui trarre forza e conforto. Perché ciò accada, il sistema di attaccamento deve essere calmo e sentirsi al sicuro. Ricordate: un sistema in azione non vuol dire passione.
La prossima volta che uscite con qualcuno e vi trovate in preda ad ansie, insicurezze e ossessioni – per sentirvi poi una volta ogni tanto euforici – dite a voi stessi che probabilmente si tratta del sistema di attaccamento in azione e non di amore! Il vero amore da un punto di vista evolutivo, significa pace mentale. Il detto “le acque tranquille scorrono profonde” è un bel modo per descrivere la cosa”

LEVINE, A., HELLER, R. (2012), Dimmi come ami e ti dirò chi sei, TEA, Milano.

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TEST SULLE CARATTERISTICHE D’ATTACCAMENTO AL PARTNER

Segni quale delle seguenti affermazioni la caratterizza nelle sue caratteristiche d’attaccamento col partner. Lo stesso test può essere effettuato retroattivamente, vale a dire per valutare le stesse caratteristiche coi partner del suo passato affettivo e sentimentale.

  • Mi piace trascorrere il mio tempo col partner
  • Mi piace essere in vicinanza col mio partner
  • Quando sono inquieto o ho un problema chiedo sostegno al mio partner
  • Quando non mi sento bene fisicamente o psicologicamente chiedo sostegno al mio partner
  • Non sopporto che il mio partner mi stia lontano
  • Quando il mio partner è lontano avverto molto la sua mancanza
  • Avverto di poter contare  sul mio partner.
  • So che il mio partner farebbe tutto il possibile per me.

Per valutare il test si rifaremo alle caratteristiche emozionali della relazione individuati dai psicologi che studiano la teoria dell’attaccamento.

Le prime due affermazioni  sono inerenti alla caratteristica del contatto . Si desidera, appunto, il contatto inteso come vicinanza col proprio partner e non con un altro.

Le seconde due affermazioni sono inerenti la caratteristica rifugio sicuro . Viene cercato il partner quando si ha un problema, si soffre psicologicamente e fisicamente. Lo stesso partner viene considerato rassicurante in tal senso.

Le successive affermazioni sono inerenti la caratteristica ansia da separazione . Questa dimensione è legata all’ansia provata nel momento che il proprio partner è lontano o quando lui non c’è.

Le ultime due affermazioni sono inerenti la caratteristica base sicura . E’ il senso di sicurezza che veicola il partner. E’ la sensazione che possiamo avventurarci nel mondo anche perché abbiamo una persona sui cui sappiamo di poter contare.

Il partner perfetto non è quello che corrisponde a tutte le affermazioni. Potrebbe tranquillamente corrispondere ad alcune di esse. Dipende dalla nostra età, dallo status sociale, dalle situazioni contingenti, e non ultima, la fase del ciclo di vita della coppia. Il test è solo uno spunto di riflessione sulle caratteristiche d’attaccamento che ci caratterizzano o ci hanno caratterizzato nella relazione col partner.

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L’ATTACCO AL LEGAME

L’attacco al legame è una modalità che viene messa in atto all’interno di una relazione da parte di uno dei due partner.
Se uno dei due partner presenta forti tratti di ambivalenza affettiva (come i borderline o i bipolari) oscilla costantemente fra il ‘ti amo’ ed il ‘ti odio’, fra idealizzazione e svalutazione dell’altro e della relazione. Inoltre tale partner ha una profonda paura di legarsi perchè ha paura di soffrire se la relazione dovesse finire.
Ed ecco che periodicamente attacca il legame per non legarsi troppo, per evitare di amare, per non soffrire, sortendo gli effetti opposti a quelli prefissi. Infatti più ‘attacca’ e più si lega, più soffre, più aumenta la sua paura della separazione. Tutto questo si riverbera sull’altro partner che subisce l’attacco in maniera speculare. Diventa necessario prendere atto di tale modalità relazionale al fine di poterla superare.

Una possibile terapia per evitare l’Attacco al Legame la possiamo ritrovare nel seguente brano del poeta Gibran:

Amatevi, ma non tramutate l’amore in un legame. Lasciate piuttosto che sia un mare in movimento tra le sponde opposte delle vostre anime. Colmate a vicenda le vostre coppe, ma non bevete da una stessa coppa. Scambiatevi il pane, ma non mangiate da un solo pane. Cantate e danzate insieme e insieme siate felici, ma fate in modo che ognuno di voi sia anche solo, come sono sole le corde di un liuto, sebbene vibrino alla stessa musica. Mettetevi fianco a fianco, ma non troppo vicini. Perché la quercia non si rialza all’ombra del cipresso

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“NON PUOI ESSERE AMATA SE NON TI AMI TU PER PRIMA”

– Ma tu mi ami? chiese Alice.
– No, non ti amo rispose il Bianconiglio.
– Alice corrugò la fronte ed iniziò a sfregarsi nervosamente le mani, come faceva sempre quando si sentiva ferita.
– Ecco, vedi? – disse Bianconiglio – Ora ti starai chiedendo quale sia la tua colpa, perché non riesca a volerti almeno un po’ di bene, cosa ti renda così imperfetta, frammentata. Proprio per questo non posso amarti. Perché ci saranno giorni nei quali sarò stanco, adirato, con la testa tra le nuvole e ti ferirò. Ogni giorno accade di calpestare i sentimenti per noia, sbadataggine, incomprensione. Ma se non ti ami almeno un po’, se non crei una corazza di pura gioia intorno al tuo cuore, i miei deboli dardi si faranno letali e ti distruggeranno. La prima volta che ti ho incontrata ho fatto un patto con me stesso: mi sarei impedito di amarti fino a che non avessi imparato tu per prima a sentirti preziosa per te stessa. Perciò Alice no, non ti amo. Non posso farlo”

Tratto da “Alice nel Paese delle meraviglie”

In questo significativo brano (tratto dal libro “Alice nel Paese delle meraviglie”) viene esplicitato perfettamente cosa significa e perché è importante amarsi per poter riuscire ad essere amati dall’altro.

Se si fa dipendere la propria autostima, il proprio valore, il meritare amore, dal partner, inevitabilmente ci si espone alle ferite che l’altro, consapevolmente o inconsapevolmente può infliggere.

Se, invece, ci si stima, ci si ama a prescindere dal partner, quest’ultimo può aggiungere valore ed amore, ma non può sottrarli, non può indebolirli.

Paradossalmente, possiamo aspettarci amore autentico dall’altro solo se l’altro percepisce che noi ci amiamo per prima.

Ed in maniera speculare, si è capaci di amore per l’altro solo se noi ci amiamo per prima. In questo caso “Se non mi amo, non ti amo”

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