Il dramma umano e sentimentale di Faust e Margherita

La storia di Faust e Margherita, immortalata nel “Faust” di Goethe, è una narrazione intricata e carica di profondi risvolti psicologici. Questo dramma affronta temi come l’ambizione, la ricerca del sapere, la colpa, l’amore e la dannazione. Analizziamo i principali aspetti psicologici dei due protagonisti.

✅Storia
Faust, un dottore e studioso insoddisfatto della sua vita e della conoscenza accumulata, desidera trovare un senso più profondo nella vita. Disperato, fa un patto con Mefistofele, il diavolo: in cambio della sua anima, Faust potrà vivere esperienze intense e appaganti.

Durante il periodo in cui è sotto l’influenza di Mefistofele, Faust incontra Margherita (Gretchen), una giovane donna innocente e devota. Faust si innamora di lei e, con l’aiuto di Mefistofele, la seduce. Margherita, completamente innamorata di Faust, cade vittima delle sue promesse e della sua seduzione, finendo per perdere la sua purezza.

Le conseguenze della loro relazione sono tragiche: Margherita rimane incinta, e la sua vita crolla. Viene emarginata dalla società e abbandonata da Faust, che la lascia sola a affrontare la vergogna e la disperazione. Nella sua disperazione, Margherita uccide il bambino nato dalla loro relazione e finisce in prigione, condannata a morte per infanticidio.

Nel finale dell’opera, Faust cerca di salvarla, ma Margherita, pentita e in preda alla follia, rifiuta l’aiuto e si affida alla misericordia divina. Mentre Faust viene trascinato via da Mefistofele, Margherita muore ma la sua anima viene redenta, trovando la salvezza spirituale.

✅ Faust
Faust è un personaggio emblematico della figura dell’intellettuale moderno, tormentato dall’insoddisfazione e dalla sete di conoscenza. Nonostante abbia accumulato un’enorme quantità di sapere, si sente vuoto e disilluso, desideroso di sperimentare il piacere e l’ebbrezza della vita vera. In questo contesto si colloca il suo patto con Mefistofele, il diavolo, che gli promette di soddisfare tutti i suoi desideri in cambio della sua anima.

➡️ Risvolti psicologici di Faust:

  1. Insoddisfazione esistenziale: Faust incarna l’ansia dell’uomo moderno, perennemente insoddisfatto nonostante il raggiungimento di obiettivi intellettuali e materiali. La sua insoddisfazione lo porta a mettere in discussione il valore della conoscenza stessa.
  2. Dualità tra etica e desiderio: Il patto con Mefistofele rappresenta un conflitto interiore tra l’etica e il desiderio di auto-realizzazione e piacere. Faust sa che ciò che sta facendo è moralmente sbagliato, ma è disposto a sacrificare la sua anima per provare qualcosa di più grande della sua esistenza limitata.
  3. Il desiderio di trascendenza: Faust cerca una sorta di trascendenza, non solo attraverso il sapere, ma anche attraverso le esperienze sensoriali e l’amore, il che lo porta inevitabilmente a cercare di vivere una vita più “autentica”.

✅ Margherita (Gretchen)
Margherita, o Gretchen, è una giovane donna innocente che viene sedotta da Faust e poi abbandonata. La sua storia rappresenta una discesa nella tragedia e nella follia, causata dall’amore cieco e dall’illusione romantica.

➡️ Risvolti psicologici di Margherita:

  1. Innocenza e corruzione: Margherita inizia come un simbolo di purezza e innocenza, ma viene corrotta dall’incontro con Faust. Questo processo di corruzione rappresenta la distruzione di un’anima innocente da parte delle forze oscure del desiderio e dell’inganno.
  2. Senso di colpa e disperazione: Dopo essere stata abbandonata da Faust, Margherita è consumata dal senso di colpa, che la porta alla pazzia. La sua psiche è devastata dalla combinazione di amore, perdita e colpa, culminando in un tragico destino.
  3. Religiosità e redenzione: Anche se Margherita commette peccati (come l’infanticidio), il suo personaggio rimane profondamente religioso e la sua sofferenza è vista come un percorso verso la redenzione. Alla fine, è redenta nonostante tutto, rappresentando una vittoria spirituale sul male.

✅ Temi psicologici complessivi
L’intera narrazione di Faust e Margherita è attraversata da un’analisi psicologica profonda della natura umana, dei suoi desideri e delle sue contraddizioni. Faust rappresenta l’eterna tensione tra ragione e passione, tra etica e desiderio, mentre Margherita rappresenta le conseguenze tragiche della seduzione e dell’abbandono. L’opera di Goethe, dunque, esplora non solo i temi della colpa e della redenzione, ma anche le complessità psicologiche legate alla ricerca di senso e all’impatto delle scelte umane sulle vite degli altri.

➡️In sintesi, Faust e Margherita rappresentano due archetipi della letteratura occidentale: l’uomo in cerca di significato, disposto a rischiare tutto per una vita piena, e la donna innocente travolta dal potere distruttivo dell’amore e dell’illusione.

Dottor Roberto Cavaliere Psicoterapeuta. Studio professionale in Milano, Roma e Salerno. Possibilità di effettuare sedute tramite videochiamata.

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I risvolti psicologici del mito di Tristano ed Isotta

Il mito di Tristano e Isotta, una delle leggende più celebri del ciclo arturiano e della tradizione cortese medievale, offre numerosi significati psicologici. Ecco alcuni dei risvolti principali:

  1. Amore proibito e conflitto interiore: Tristano e Isotta vivono un amore intenso ma proibito, dovuto al matrimonio di Isotta con re Marco. Questo conflitto tra passione e dovere rappresenta il dilemma psicologico tra desiderio personale e responsabilità sociale. La loro storia riflette le tensioni interne che sorgono quando i desideri individuali si scontrano con le aspettative e le norme sociali.
  2. Ambivalenza dell’amore: Il loro amore, scatenato dall’assunzione accidentale di una pozione magica, può essere visto come simbolo dell’ambivalenza e della dualità dell’amore, che può portare sia a gioia intensa che a sofferenza profonda. La pozione magica simboleggia anche l’idea che l’amore può essere incontrollabile e irrazionale, non sempre soggetto alla volontà umana.
  3. Sacrificio e devozione: La storia è piena di sacrifici personali per l’amato, sottolineando il tema della devozione assoluta. Tristano e Isotta sono disposti a rischiare tutto per stare insieme, rappresentando l’idea che l’amore vero richiede sacrificio e dedizione, ma anche mostrando le conseguenze dolorose di tali sacrifici.
  4. La fedeltà e il tradimento: La relazione tra Tristano e Isotta è complicata dal fatto che Isotta è sposata con re Marco. Questo triangolo amoroso esplora temi di fedeltà, lealtà e tradimento, sia verso gli altri che verso se stessi. Può essere visto come un’esplorazione delle complessità morali e psicologiche che emergono quando si affrontano dilemmi etici e sentimentali.
  5. Il desiderio e la repressione: La loro storia riflette anche la dinamica psicologica del desiderio represso. Tristano e Isotta sono costantemente costretti a nascondere i loro sentimenti e a vivere la loro passione in segreto. Questo può rappresentare la tensione tra le emozioni profonde e le pressioni esterne che richiedono la repressione di tali emozioni.
  6. La morte e la trascendenza dell’amore: Il tragico finale, in cui entrambi muoiono a causa del loro amore, può essere visto come un commento sulla natura trascendente dell’amore. La loro unione nella morte suggerisce che il vero amore può superare anche la morte, riflettendo la credenza che l’amore ha un potere eterno e indissolubile.
  7. Identità e trasformazione: Tristano, come cavaliere e amante, attraversa una serie di trasformazioni identitarie. Il mito esplora come l’amore e le esperienze traumatiche possano trasformare l’identità di una persona. La sofferenza e la gioia del loro amore influenzano profondamente chi sono e chi diventano.

Questi risvolti psicologici del mito di Tristano e Isotta dimostrano come questa storia medievale possa offrire un’analisi profonda e complessa delle dinamiche dell’amore, del desiderio e delle tensioni interiori, rendendola una leggenda che continua a risuonare con significati profondi nella psiche umana.

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I risvolti psicologici del mito di Orfeo ed Euridice

Il mito di Orfeo ed Euridice offre vari significati psicologici profondi. Ecco alcune delle interpretazioni più rilevanti:

  1. Lutto e accettazione della perdita: La discesa di Orfeo agli Inferi per riportare indietro Euridice simboleggia il processo del lutto e il desiderio di negare o invertire la perdita di una persona amata. La sua incapacità di rispettare la condizione di non guardare indietro può rappresentare la difficoltà di lasciar andare il passato e accettare la realtà della perdita.
  2. Potere e limiti dell’arte: Orfeo è un musicista leggendario, e la sua musica è così potente da commuovere gli dei e le creature degli Inferi. Questo può essere visto come una metafora del potere trasformativo dell’arte e della musica. Tuttavia, anche il potere dell’arte ha i suoi limiti, evidenziati dal fallimento finale di Orfeo a salvare Euridice, che potrebbe simboleggiare le limitazioni dell’arte nel risolvere i problemi più profondi dell’esistenza umana.
  3. L’inconscio e l’intuizione: Gli Inferi possono rappresentare l’inconscio, un luogo oscuro e nascosto dove risiedono i ricordi e i desideri più profondi. Il viaggio di Orfeo potrebbe essere visto come un tentativo di esplorare e portare alla luce questi aspetti nascosti della psiche. La necessità di non guardare indietro può riflettere la fragile natura dell’intuizione e della conoscenza interiore, che può essere facilmente distrutta dal dubbio e dalla razionalità eccessiva.
  4. L’amore e la fiducia: La condizione imposta ad Orfeo di non guardare indietro finché non escono dagli Inferi può essere interpretata come una prova di fiducia. Il suo fallimento nel mantenere questa fiducia rappresenta le difficoltà che spesso sorgono nelle relazioni umane, dove il dubbio e l’insicurezza possono minare anche i legami più forti.
  5. Il tema della seconda possibilità: Orfeo ed Euridice rappresentano il desiderio umano di una seconda possibilità e la speranza di correggere gli errori passati. Tuttavia, il mito sottolinea anche che certe opportunità, una volta perse, non possono essere recuperate, riflettendo la realtà della irreversibilità di alcune scelte e azioni.
  6. La separazione tra mondo terreno e ultraterreno: Il mito esplora la separazione tra la vita e la morte, tra il mondo terreno e quello ultraterreno. Orfeo cerca di superare questa barriera, ma alla fine fallisce, sottolineando la linea ineludibile tra la vita e la morte e la difficoltà di accettare questa separazione.
  7. Identità e metamorfosi: Dopo la perdita definitiva di Euridice, Orfeo subisce una trasformazione personale, dedicandosi alla musica e diventando una figura quasi ascetica. Questo può rappresentare come eventi traumatici possano trasformare l’identità di una persona e portarla a nuovi modi di essere e di vivere.

Queste interpretazioni psicologiche del mito di Orfeo ed Euridice mostrano come questa antica storia possa riflettere le profonde verità e complessità dell’esperienza umana, dalla perdita e il lutto alla forza e ai limiti dell’amore e dell’arte.

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I principali Miti Greci con risvolto psicologico

Molti miti greci contengono elementi che possono essere interpretati psicologicamente. Ecco alcuni esempi significativi:

  1. Edipo: Il mito di Edipo, raccontato da Sofocle, è fondamentale nella psicologia, specialmente nella teoria di Sigmund Freud che ha formulato il complesso di Edipo. Il mito esplora temi di identità, destino e conflitto con le figure genitoriali.
  2. Narciso: La storia di Narciso, che si innamora della propria immagine riflessa nell’acqua e muore a causa della sua ossessione, è spesso usata per discutere del narcisismo e dell’amore patologico verso se stessi.
  3. Orfeo ed Euridice: Il mito di Orfeo, che cerca di riportare in vita la sua amata Euridice dall’oltretomba, affronta temi di perdita, lutto e il potere dell’amore e dell’arte. La sua incapacità di rispettare la condizione posta da Ade (non voltarsi a guardare Euridice) può essere vista come una metafora della difficoltà di lasciar andare il passato.
  4. Perseo e Medusa: La storia di Perseo che sconfigge Medusa può essere interpretata come un simbolo del superamento delle paure e dei traumi. Medusa, con il suo aspetto terrificante, rappresenta il terrore che può paralizzare, mentre Perseo rappresenta l’eroe che, con l’aiuto degli dei, riesce a confrontarsi e superare queste paure.
  5. Icaro e Dedalo: Il mito di Icaro e Dedalo esplora temi di ambizione, hybris (tracotanza) e le conseguenze della disobbedienza. Icaro, nonostante gli avvertimenti del padre Dedalo, vola troppo vicino al sole, facendo sciogliere la cera delle sue ali e precipitando nel mare. Questo mito è spesso interpretato come un avvertimento contro l’eccessiva ambizione e l’importanza di seguire la saggezza e la moderazione.
  6. Eracle: Le dodici fatiche di Eracle possono essere viste come un viaggio di purificazione e crescita personale. Ogni fatica rappresenta una sfida da superare, simbolizzando il superamento di aspetti negativi della psiche e la ricerca della redenzione.
  7. Psiche e Amore: Come menzionato prima, il mito di Psiche e Amore è ricco di significati psicologici legati alla crescita personale, l’amore, la fiducia e l’integrazione dell’inconscio.
  8. Pandora: Il mito di Pandora, che apre il vaso (spesso erroneamente tradotto come “scatola”) liberando tutti i mali nel mondo ma lasciando dentro la speranza, riflette sulle conseguenze della curiosità e dell’azione impulsiva. Può anche essere visto come un’allegoria della condizione umana, in cui nonostante le difficoltà e le sofferenze, la speranza rimane.

Questi miti non solo raccontano storie affascinanti, ma attraverso le loro narrazioni, riflettono e illuminano le complessità della mente umana e delle esperienze psicologiche.

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I significati psicologici del mito di Amore & Psiche

Il mito di Amore e Psiche, presente nelle “Metamorfosi” di Apuleio, è ricco di significati psicologici che riflettono diverse tematiche umane. Ecco alcune interpretazioni principali:

  1. Crescita e maturazione psicologica: La storia di Psiche rappresenta il viaggio di crescita e maturazione dell’anima umana. Psiche deve affrontare varie prove per riunirsi con Amore (Eros), simboleggiando le sfide e i sacrifici necessari per raggiungere una completa realizzazione personale e spirituale.
  2. Amore e fiducia: Il mito esplora la complessità dell’amore, inclusi gli elementi di fiducia e tradimento. Psiche viene messa alla prova per la sua curiosità e mancanza di fiducia, ma alla fine il vero amore trionfa, insegnando che la fiducia reciproca è essenziale in una relazione.
  3. Integrazione dell’inconscio: Alcuni psicologi vedono in questa storia un processo di integrazione delle parti inconsce della mente. Psiche, che significa “anima” in greco, deve conoscere e accettare aspetti oscuri e nascosti (rappresentati da Amore che si nasconde nell’oscurità) per raggiungere la completezza.
  4. Rinascita e trasformazione: Le prove di Psiche possono essere viste come simboli di morte e rinascita. Ogni sfida rappresenta un passaggio verso una nuova fase della sua vita, culminando nella sua apoteosi come divinità, simbolizzando la trasformazione e l’elevazione dell’anima.
  5. Conflitto tra anima e desiderio: Il mito rappresenta anche il conflitto tra il desiderio fisico (Eros) e l’anima (Psiche). Il viaggio di Psiche può essere visto come un’armonizzazione di questi due aspetti, suggerendo che l’equilibrio tra desiderio e spiritualità è fondamentale per l’armonia interiore.

Questi significati psicologici del mito di Amore e Psiche riflettono le profonde verità umane riguardanti l’amore, la crescita personale e spirituale, e l’integrazione degli aspetti diversi della psiche.

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INSONNIA D’AMORE

Quali sono i momenti più difficili dopo la fine di una storia d’amore? Ce li racconta Arisa nella canzone “La notte”, composizione dolce e raffinata in cui mette a nudo le sue sensazioni più intime.

Con voce delicata e suggestiva ci confida che mentre di giorno si può fingere di stare bene, negando la sofferenza che si prova, la verità arriva di notte, nella solitudine del nostro animo.

Dopo la fine di un legame importante, un dolore diffuso, persistente e insostenibile, ci invade il corpo, la mente, il cuore e l’anima, e non ci lascia scampo.  

Quando siamo soli, nel silenzio della notte, le nostre ginocchia tremano, lo stomaco si chiude, la testa scoppia, il cuore batte martellante, gli occhi si riempiono di lacrime.

E non riusciamo a dormire perché la nostra mente vaga alla ricerca di un senso e di una accettazione che non riusciamo a trovare. I pensieri ci tormentano, l’amore ci manca, la nostalgia che proviamo aumenta ogni minuto che passa.

Arisa arriva a una prima profonda riflessione: anche se la vita ci ha separati da chi amiamo, l’amore che proviamo per quella persona è eterno e continuerà.   

Nel momento del dolore, che ha una sua dignità e funzione vitale, nulla ci porta sollievo: non basta un raggio di sole a illuminare un cielo scuro; non basta scrivere su un foglio i propri pensieri; non basta sapere che si è entrambi sconfitti, perché le motivazioni fondate o infondate contano sempre meno. Arisa chiede “il sole dov’è”. Manca il calore, la luce, l’energia, la vita. E’ come se fosse sceso un lungo inverno, fatto di freddo, buio e ghiaccio e si vaga dentro se stessi come lei nel videoclip vaga in casa, da una finestra all’altra.

Dopo averci parlato della profonda sofferenza che si prova, Arisa ci congeda con una seconda riflessione piena di speranza: “l’amore può allontanarci. La vita poi, continuerà”. Anche se ci sembra di non riuscire a superare il dolore, il progredire incessante della vita, ci prenderà per mano e ci porterà altrove e nel tempo, dentro il nostro cuore, si creerà spazio per un nuovo amore.

Testo “La notte” (Arisa)

Non basta un raggio di sole in un cielo blu come il mare
Perché mi porto un dolore che sale, che sale
Si ferma sulle ginocchia che tremano e so perché
E non arresta la corsa lui non si vuole fermare
Perché è un dolore che sale, che sale e fa male
Ora è allo stomaco fegato, vomito, fingo, ma c’è

E quando arriva la notte
E resto sola con me
La testa parte e va in giro
In cerca dei suoi perché
Né vincitori, né vinti
Si esce sconfitti a metà
La vita può allontanarci
L’amore continuerà

Lo stomaco ha resistito anche se non vuol mangiare
Ma c’è il dolore che sale, che sale e fa male
Arriva al cuore lo vuole picchiare più forte di me
Prosegue nella sua corsa, si prende quello che resta
Ed in un attimo esplode e mi scoppia la testa
Vorrebbe una risposta, ma in fondo risposta non c’è

Il sale scende dagli occhi
Il sole adesso dov’è
Mentre il dolore sul foglio è
Seduto qui accanto a me
Che le parole nell’aria
Sono parole a metà
Ma queste sono già scritte
E il tempo non passerà

Ma quando arriva la notte, la notte
E resto sola con me
La testa parte e va in giro
In cerca dei suoi perché
Né vincitori, né vinti
Si esce sconfitti a metà
La vita può allontanarci
L’amore poi continuerà

E quando arriva la notte, la notte
E resto sola con me
La testa parte e va in giro
In cerca dei suoi perché
Né vincitori, né vinti
Si esce sconfitti a metà
L’amore può allontanarci
La vita poi, continuerà

Continuerà
Continuerà

D.ssa Roberta Maggioli

Psicologa

Studio a Rimini, Via D. Campana 14

per contatti tel. 3355334721

email: maggiolir@libero.it o maggioli.roberta72@gmail.com

L’AMORE RIFIUTATO

A molti di noi è capitato di vivere un amore non corrisposto: di esserci innamorati di qualcuno che ci ha respinto. Possiamo aver accusato il colpo, provando una sofferenza superficiale, simile a un taglio fatto con la carta che dopo poco tempo guarisce, senza lasciare alcuna cicatrice. Oppure il rifiuto può averci riaperto una ferita dolorosa e profonda che ben conosciamo: se durante l’infanzia un famigliare ha adottato un atteggiamento rifiutante nei nostri confronti o crescendo alcuni partner ci hanno allontanato è molto più faticoso metabolizzare l’accaduto.

Dopo essere stati respinti è come se nella nostra mente si installasse un filtro che condiziona i nostri pensieri e i nostri comportamenti: metterci in relazione con gli altri diventa complesso. Per esempio possiamo essere inclini a cercare costantemente l’approvazione e il riconoscimento da parte delle altre persone e parallelamente sviluppare una vulnerabilità ad ogni commento e critica negativa che riceviamo. Possiamo fraintendere una gentilezza di un amico/a per un suo interesse romantico oppure sentirci respinti anche quando in realtà non lo siamo, scappando per primi. Possiamo cercare di compensare il profondo senso di solitudine e il bisogno di affetto che proviamo, volendo a tutti i costi una relazione, anche con qualcuno a cui non interessiamo o che non può darci quello che vorremmo per mancanza di compatibilità o perché già impegnato in una relazione. In alcuni casi, per la sua indisponibilità, lo/a idealizziamo e diventa per noi irresistibile, una vera e propria ossessione. Nonostante la quotidiana dose di frustrazione e dolore nutriamo una speranza incrollabile che prima o poi lo/a convertiremo al nostro amore. Scegliamo quel legame ad ogni costo per non sentirci senza valore come in passato anche se realisticamente è una relazione che non ha presente né futuro, in cui sostanzialmente replichiamo un copione che ci è famigliare e da cui non sappiamo uscire.

Le ferite psicologiche che conseguono ad un rifiuto non vanno fatte “infettare” perché rischiamo di sviluppare una sintomatologia di tipo depressivo.   

Quando veniamo respinti, la nostra ragione non riesce a prendere le distanze dalla sofferenza che ne consegue. Proviamo una forte tristezza, ansia, disagio, senso di vuoto e/o rabbia che in rari casi può innescare gravi forme di aggressività, eterodiretta o autodiretta. Spesso la cronaca nera narra di partner respinti che cercano vendetta o che si fanno male.

Quando veniamo rifiutati immancabilmente sviluppiamo un atteggiamento estremamente autocritico, identificando tutti i nostri difetti e sviluppando la convinzione di essere inadeguati (per esempio “non sono abbastanza interessante per lui/lei”) arrivando a credere che vivremo sempre la stessa situazione (“nessuno mi amerà mai perché non sono interessante per nessuno”).

Riesaminiamo ogni istante della relazione alla ricerca del passo falso che abbiamo commesso (“non avrei mai dovuto…”), colpevolizzandoci e idealizzando l’altro come perfetto, unico a poterci salvare e che può legittimare il nostro valore. La convinzione profonda che sviluppiamo è: se avessimo fatto qualcosa di diverso avremmo potuto realizzare il nostro sogno d’amore.

Quando la nostra autostima comincia a sgretolarsi parallelamente iniziamo a costruirci (più o meno consapevolmente) una corazza per evitare di rivivere la sofferenza che abbiamo già provato. Iniziamo a isolarci, a fuggire dagli altri, alterando il nostro naturale senso di appartenenza.

Tutti questi pensieri e comportamenti in realtà non fanno altro che aumentare il nostro dolore, come se gettassimo sale sulla ferita.

Quando una persona che non ci vuole afferma: “non dipende da te, ma da me” è l’assoluta verità: non le interessiamo e semplicemente il suo volere va accettato. Se non ce lo dice, come nel caso del ghosting è una verità ancora più incontrovertibile oltre che una grande fortuna perché ci ha mostrato, dileguandosi, tutta la sua immaturità affettiva.

L’amore è un magico incontro in cui si allineano bisogni infantili, desideri, attrazioni fisiche e mentali, complicità emotive, stili di vita, aspettative e progettualità.

Veniamo respinti quando l’altro ritiene che non è possibile far combaciare questi aspetti tra di noi.

D.ssa Roberta Maggioli

Psicologa

Studio a Rimini, Via D. Campana 14

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Una Canzone sull’Amore che rende Ciechi

La canzone “La ballata dell’Amore cieco” di Fabrizio de Andre descrive la dinamica di un amore che arriva a far diventare cieca una persona. Nel testo della canzone si parla di continue prove estreme d’amore che la persona amata chiede all’altro, finalizzate ad annullare del tutto la personalità in un perverso gioco di potere

“Un uomo onesto, un uomo probo
Tralalalalla tralallaleru
S’innamorò perdutamente
D’una che non lo amava niente.Gli disse portami domani
Tralalalalla tralallaleru
Gli disse portami domani
Il cuore di tua madre per i miei cani.Lui dalla madre andò e l’uccise
Tralalalalla tralallaleru
Dal petto il cuore le strappò
E dal suo amore ritornò.Non era il cuore, non era il cuore
Tralalalalla tralallaleru
Non le bastava quell’orrore
Voleva un’altra prova del suo cieco amore.Gli disse amor se mi vuoi bene
Tralalalalla tralallaleru
Gli disse amor se mi vuoi bene
Tagliati dei polsi le quattro vene.Le vene ai polsi lui si tagliò
Tralalalalla tralallaleru
E come il sangue ne sgorgò
Correndo come un pazzo da lei tornò.Gli disse lei ridendo forte,
Tralalalalla tralallalero
Gli disse lei ridendo forte,
L’ultima tua prova sarà la morte.E mentre il sangue lento usciva
E ormai cambiava il suo colore,
La vanità fredda gioiva,
Un uomo s’era ucciso per il suo amore.Fuori soffiava dolce il vento
Tralalalalla tralallaleru
Ma lei fu presa da sgomento
Quando lo vide morir contento.Morir contento e innamorato
Quando a lei niente era restato
Non il suo amore non il suo bene
Ma solo il sangue secco delle sue vene. “

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

per contatti e consulenze private (anche telefoniche e/o via Skype)tel.320-8573502 o email:cavaliere@iltuopsicologo.it

Una Canzone sull’illusione dell’Amore per sempre

La bellssima “Canzone dell’Amore Perduto” di Fabrizio de Andrè descrive l’illusione iniziale di ogni amore per sempre: “Non ci lasceremo mai, mai e poi mai”. Ma col tempo tutto si trasfoma e può finire: vorrei dirti ora le stesse cose ma come fan presto, amore, ad appassire le rose così per noi . Perchè si confonde la passione per amore per sempre, ma la passione è destinata, insorabilmente a finire. E si finisce per cercare una nuova passione con l’illusione, questa si eterna, di trovare un amore per sempre.

Ricordi sbocciavan le viole
con le nostre parole
“Non ci lasceremo mai, mai e poi mai”,

vorrei dirti ora le stesse cose
ma come fan presto, amore, ad appassire le rose
così per noi

l’amore che strappa i capelli è perduto ormai,
non resta che qualche svogliata carezza
e un po’ di tenerezza.

E quando ti troverai in mano
quei fiori appassiti al sole
di un aprile ormai lontano,
li rimpiangerai

ma sarà la prima che incontri per strada
che tu coprirai d’oro per un bacio mai dato,
per un amore nuovo.

E sarà la prima che incontri per strada
che tu coprirai d’oro per un bacio mai dato,
per un amore nuovo.

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

per contatti e consulenze private (anche telefoniche e/o via Skype)tel.320-8573502 o email:cavaliere@iltuopsicologo.it

Una Canzone sugli Amori che non muoiono mai

La Canzone dei Vecchi Amanti cantata da Battiato è la traduzione italiana de La chanson des vieux amants di Jacques Brel . In questa sede viene proposta come canzone che rievoca amori che non finiscono mai, nonostante gli alti e bassi, nonostante le separazioni perchè ” Certo ci fu qualche tempesta, Anni d’amore alla follia. Mille volte tu dicesti basta Mille volte io me ne andai via. ” ma ” Ti amo ancora sai ti amo. So tutto delle tue magie E tu della mia intimità Sapevo delle tue bugie Tu delle mie tristi viltà. So che hai avuto degli amanti
Bisogna pur passare il tempo Bisogna pur che il corpo esulti
Ma c’é voluto del talento Per riuscire ad invecchiare senza diventare adulti.
” In quest’ultima frase è espresso il concetto che ogni amore può invecchiare ma mantenendo sempre,anche se in parte, un suo aspetto adolescenziale.

La Canzone Dei Vecchi Amanti – Franco Battiato
Certo ci fu qualche tempesta
Anni d’amore alla follia.
Mille volte tu dicesti basta
Mille volte io me ne andai via.
Ed ogni mobile ricorda
In questa stanza senza culla
I lampi dei vecchi contrasti
Non c’era più una cosa giusta
Avevi perso il tuo calore
Ed io la febbre di conquista.
Mio amore mio dolce meraviglioso amore
Dall’alba chiara finché il giorno muore
Ti amo ancora sai ti amo.
So tutto delle tue magie
E tu della mia intimità
Sapevo delle tue bugie
Tu delle mie tristi viltà.
So che hai avuto degli amanti
Bisogna pur passare il tempo
Bisogna pur che il corpo esulti
Ma c’é voluto del talento
Per riuscire ad invecchiare senza diventare adulti.
Mio amore mio dolce mio meraviglioso amore
Dall’alba chiara finché il giorno muore
Ti amo ancora sai ti amo.
Il tempo passa e ci scoraggia
Tormenti sulla nostra via
Ma dimmi c’é peggior insidia
Che amarsi con monotonia.
Adesso piangi molto dopo
Io mi dispero con ritardo
Non abbiamo più misteri
Si lascia meno fare al caso
Scendiamo a patti con la terra
Però é la stessa dolce guerra.
Mon amour
Mon doux, mon tendre, mon merveilleux amour
De l’aube claire jusqu’à la fin du jour
Je t’aime encore, tu sais, je t’ame.

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

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