Lo studioso Gugliemo Gulotta, nel libro “Commedie e drammi nel matrimonio” edito da Feltrinelli, propone una classificazione del matrimonio, o delle relazioni in generale, siglando con le lettere dell’alfabeto A, H, O, S, V, X, Y, I
- La relazione “A” è quella che inizia con una certa distanza tra i partner (ad esempio una relazione d’interesse) ma pian piano si sono avvicinati grazie ad un vincolo comune (il trattino della A) come un figlio o un progetto o interesse forte in comune.
- Nella relazione “H” la situazione iniziale è come quella della relazione A ma nonostante il subentrare di un tratto in comune, la distanza tra loro permane.
- La relazione “O” caratterizza una relazione dove i partner si rincorrono senza mai incontrarsi, girando a vuoto.
Nella relazione “S” i partner cercano di adattarsi l’un l’altro ma non riescono ad avere una situazione migliori di quella di partenza. - La relazione “V” caratterizza una relazione che parte con una fusione iniziale ma poi aumenta la distanza.
- Nella relazione “Y” la situazione è la stessa della relazione “V” ma la fusione iniziale dura di più.
- Nella relazione “X” il primo periodo corrisponde a quello del matrimonio “A”, ma dopo un periodo di riunione i partner si allontanano di nuovo.
- Nella relazione “I” si procede bene dall’inizio alla fine.
Provate ad individuare qual’è la lettera della vostra relazione e discutetene col partner.
V’invito a riflettere sul nota citazione di Gibran “Il Matrimonio” che potrebbe rappresentare la modalità di vivere la relazione che raffigura la “I” della teoria suddescritta
Voi siete nati insieme, e insieme starete per sempre.
Voi sarete insieme quando le bianche ali della morte disperderanno i vostri giorni.
Sì, insieme anche nella tacita memoria di Dio.
Ma vi siano spazi nella vostra unione,
e fate che i celesti venti danzino tra voi.
Amatevi reciprocamente, ma non fate dell’amore un laccio:
Lasciate piuttosto che vi sia un mare in moto tra le sponde delle vostre anime.
Riempa ognuno la coppa dell’altro, ma non bevete da una coppa sola.
Scambiatevi il pane, ma non mangiate dalla stessa pagnotta.
Cantate e danzate e siate gioiosi insieme, ma che ognuno di voi resti solo,
così come le corde di un liuto son sole benchè vibrino della stessa musica.
Datevi il cuore, ma l’uno non sia in custodia dell’altro.
Poichè solo la mano della Vita può contenere entrambi i cuori.
E restate uniti, benchè non troppo vicini insieme,
poichè le colonne del tempio restano tra loro distanti,
e la quercia e il cipresso non crescono l’una all’ombra dell’altro.
Psicologo, Psicoterapeuta
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