Un anno prima della sua morte, lo scrittore F. Kafka visse un’esperienza insolita. Passeggiando per il parco Steglitz a Berlino incontrò una bambina, che piangeva sconsolata: aveva perduto la sua bambola. Kafka si offrì di aiutarla a cercarla e le diede appuntamento per il giorno seguente nello stesso posto.
Incapace di trovare la bambola, scrisse una lettera – da parte della bambola – e la portò con sé quando si rincontrarono. “Per favore non piangere, sono partita in viaggio per vedere il mondo, ti riscriverò raccontandoti le mie avventure…”, così cominciava la lettera.
Quando lui e la bambina s’incontrarono egli le lesse questa lettera attentamente descrittiva di avventure immaginarie della bambola amata. La bimba ne fu consolata e quando i loro incontri arrivarono alla fine, Kafka le regalò una bambola. Ella ovviamente era diversa dalla bambola originale, in un biglietto accluso spiegò… “i miei viaggi mi hanno cambiata”.
Molti anni più avanti la ragazza cresciuta, trovò un biglietto nascosto dentro la sua bambola ricevuta in dono. Riassumendolo diceva: ogni cosa che tu ami è molto probabile che tu la perderai, però alla fine l’amore muterà in una forma diversa.
Da “Kafka e la bambola viaggiatrice”, di Jordi Sierra i Fabra.
In questo significativo brano è sintetizzato un aspetto importante di ogni relazione: esse tendono a mutare col tempo. Una relazione passionale, ad esempio, muterà in una relazione d’amore e progettuale.
Potrebbe sembrare un concetto evidente e scontato , ma non lo è. Molto spesso si ritiene che se l’amore e/ o la relazione muta rispetto all’inizio significa che sia finita. Ma come abbiamo visto non è vero ciò.
Potremmo riassumere: Tutto le relazioni che durano lo devono al fatto che riescono a mutare ed a trovare nuovi equilibri.
Psicologo, Psicoterapeuta
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